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Che lavoro dopo il diploma

Ovvero che mi hai iscritto a fare in Accademia se non so che farmene della Realtà Aumentata?


Che lavoro dopo il diploma

La tecnologia va veloce, si sa, e per riprendere la famosa teoria macluhiana dello specchietto retrovisore, noi rimaniamo sempre un po’ indietro rispetto all’”invenzione finale” che ci sorpassa. Abbiamo la tecnologia più potente nei nostri cellulari ma non la usiamo al pieno delle sue funzioni. La consapevolezza della tecnologia che già abbiamo in dotazione è un primo passo per comprenderne le potenzialità e immaginare possibili applicazioni nell’ambito dei #beniculturali #turismo #didattica.
La formazione che viene svolta in Accademia non può prescindere dalla cultura del mezzo tecnologico (o medium, chiamatelo come volete) e del linguaggio artistico (l’ambito espressivo specifico): bisogna conoscere inoltre la storia dell’arte, il settore museale e dei beni culturali, le loro specificità per proporre un efficace progetto di percorso multimediale digitale e interattivo. Solo acquisite le fondamenta (linguistiche e conoscitive) si può affrontare la sfida di affiancare all’esistente e al tradizionale, una operatività tecnologica che agevoli e apra a un modo differente di vivere il territorio, la cultura, l’ambiente.

Il Digital Tourism

E’ con il cellulare alla mano che oggi percorriamo agevolmente, grazie alla georeferenziazione, itinerari turistici senza appesantirci di mappe e guide; con l’aggiunta di qualche App di Realtà Aumentata, possiamo riconoscere inquadrandole con la fotocamera, le vette che ci stanno davanti o addirittura il volto delle città come apparivano magari nel secolo scorso. Tutto questo è l’effetto del nuovo “smart tourism” che permette grazie a dati provenienti da GPS, beacon (trasmettitori radio a bassa potenza che usano tecnologia BLE -Bluetooth Low Energy- per far dialogare utenti tramite dispositivi mobili e interagire con essi) una diversificata, mirata e più dinamica offerta turistica in grado di proporre percorsi alternativi o apportare informazioni di approfondimento. La Digital strategy è l’ultima frontiera del turismo, applicabile al web marketing, alla cartografia on line, all’ospitalità, alla mobilità, alla promozione; il Digital tourism manager è la figura più ricercata per pianificare strategie e progetti di valorizzazione in modo personalizzato applicando le tecnologie più adatte.

post 2019 Monteverdi Realtà Aumentata

Esempio di lezione di SMART TOURISM

Durante il corso di Culture Digitali, abbiamo sperimentato una interessante applicazione pratica legata al Digital Tourism. In una giornata di lavoro abbiamo mostrato come:
• georiferire foto automaticamente tramite traccia gps
• georiferire foto manualmente
• registrare una descrizione da associare alle foto
• visualizzare miniature delle immagini direttamente in Google Earth

Abbiamo svolto attività per:
• Utilizzare lo smartphone per rilevare la traccia di un percorso,
• scattare foto georiferite,
• importare traccia e foto su una mappa di Google,
• associare note e altro georiferiti,
• condividere la mappa o con altri o incorporandola su una pagina web,
• utilizzare la mappa su smartphone come traccia di un percorso guidato da realizzare in autonomia.

Svolgimento:
• Sopralluogo lungo il Percorso delle Mura pisane
• registrazione della traccia del percorso e dei punti di interesse tramite foto
• ritorno in aula per l’utilizzo dei dati al fine del raggiungimento degli obiettivi didattici

Dotazione personale:
o Smartphone
o applicazioni: Google maps / Applicazione per la registrazione delle tracce (tipo GPS Logger) / Applicazione per mantenere il fix del GPS (tipo GPS Locker)
o un account Google

Dotazione di gruppo:
o fotocamera digitale

Dotazione in aula:
o PC collegato a internet
o proiettore o LIM
o programma Geosetter

Il risultato è consultabile online alla pagina https://www.google.com/maps/d/edit?mid=1EIEpVEJreNHVjoIBkhHs2u7vsSW7mlbK&ll=43.72380804118818%2C10.394402487892194&z=17 .

post 2019 Monteverdi web AR

Esempio di valorizzazione dei beni culturali con Realtà Aumentata

Il docente di Drammaturgia multimediale di Alma Artis Tommaso Rinaldi è intervenuto con un live videomapping all’interno dell’abside di Santa Maria alla Spezia. Una serie di animazioni di fattura pittorica realizzate su after effect poi mixate gestite live e rese sound reactive tramite il software resolume Arena animano la Cattedrale. E così una tecnica e una modalità tipica del mondo del VJing entra in un mondo completamente altro, creando quella ibridazione (prima di tutto culturale e poi tecnica) di cui parla il teorico dei media Henry Jenkins nel suo fondamentale volume Cultura convergente.

Il Social Museum

Le competenze di Reatà Aumentata permettono anche possibilità lavorative nuove, che fino a qualche anno fa erano assolutamente non immaginabili. Un sempio lo offrono i cosiddetti Musei esperienziali, ovvero quelli che oggi utilizzano sistemi di visione a 360° o che invitano a un percorso immersivo tramite Realtà Virtuale o a fare tour virtuali a distanza tramite web o a usare attività interattive tipiche del gaming. Oggi il progettista culturale e il curatore museale hanno un nuovo nome (oltre che nuove competenze): Experience Designer è la figura che affianca alla consueta progettazione curatoriale della visita museale, la narrative experience. E’ la norma oggi entrare in un museo e trovarci proiettati dentro una rievocazione storica attraverso immagini HD e avvolgenti campi sonori tridimensionali, ricostruzioni in grafica animata, videomapping scenografici: oggi l’oggetto da valorizzare può essere, infatti, affiancato a una molteplicità di altri strumenti interattivi e applicazioni di Realtà Aumentata. Vanno in una direzione di “audience development” la creazione di contenuti “social” in forma di video, avventure grafiche in veste di “storie” o addirittura i videogames associati alle collezioni, come nel caso del Museo archeologico di Napoli. Le installazioni immersive di Igor Imhoff sono state collocate nel museo archeologico di Herdonia, mentre si moltiplicato gli eventi di light art creati appositamente per promuovere in maniera insolita i beni storici artistici (come per l’@t Fest di Lecce). In una direzione di “marketing di prossimità” sono da considerarsi i già citati beacon che riconoscendo la presenza dei dispositivi mobili, permettono di condividere informazioni aggiuntive sulle opere, o i chatbot (come quello per il museo Maxxi di Roma) che stanno diventando le “mascotte” dei musei, dei veri e propri “accompagnatori” dotati di intelligenza artificiale che ben conoscono i nostri gusti e ci introducono a una visita più che personalizzata. Non ci sono più scuse per non andare al museo! Specie quando questo diventa Social Museum.

post 2019 Monteverdi Digital Museum

Anna Maria Monteverdi
Docente di Culture Digitali presso l'Alma Artis.