L’Etica della Comunicazione
Impariamo a comunicare in modo etico e professionale
Tutti noi facciamo esperienza della comunicazione. Ogni giorno. A scuola, sul lavoro, nella vita privata. Come ci ricorda Paul Watzlawick, studioso di pragmatica della comunicazione umana, “Non si può non comunicare”. Ogni nostra parola, gesto, azione, persino la posizione del nostro corpo dice qualcosa di noi agli altri, in maniera consapevole o no. Anche quando non vogliamo comunicare, infatti, comunichiamo: con il silenzio, l’inattività, o il rifiuto.
E allora, è importante imparare a regolare e a definire il nostro agire comunicativo perché è pratica quotidiana che incide sulle nostre scelte, regola le nostre vite e influenza i nostri comportamenti. Soprattutto oggi, in un mondo dove i mezzi di informazione e di comunicazione si sono moltiplicati (televisione, smartphone, tablet) e siamo costantemente esposti a flussi di comunicazione e sollecitati da molteplici stimoli. Le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di informarci e di fare informazione: blog, siti web, social network, chat app, giornali telematici ci rendono sempre connessi, informati H24, e sempre presenti al mondo “social” e agli altri. Ecco che non siamo più soltanto “fruitori” dell’informazione, “lettori”, ma produttori, “producer”, utenti attivi e consapevoli nell’uso delle nuove tecnologie. E, dunque, siamo chiamati a rapportarci in modo “etico” ai nuovi mezzi di comunicazione. Dati recenti ci dicono che siamo un popolo iperconnesso, soprattutto in mobilità, e “social”. In Italia su 60 milioni di persone, più della metà sono attive sui social media alla ricerca di informazione, intrattenimento, conversazione. Gli utenti internet sono 55 milioni, vale a dire 9 su 10, e 35 milioni sono gli utenti attivi sui social media con 31 milioni di persone connesse in mobilità.
Anche la fruizione del tempo speso online è cambiato: trascorriamo oltre 6 ore al giorno online – quasi il doppio delle ore che passiamo davanti alla TV – di queste circa due ore le spendiamo sui social media. Le piattaforme preferite sono: Youtube (87%), WhatsApp (84%) e Facebook (81%). Insomma, nell’era 2.0 dominata dalla velocità, da un flusso informativo ridonante e pervasivo, dall’essere always on, occorre una riflessione sull’agire comunicativo ed ecco che entra in campo l’Etica della Comunicazione.
Questa disciplina nasce nella seconda metà del Novecento con il compito di elaborare princìpi e paradigmi validi da seguire nell’ambito comunicativo. Conoscere questa materia è importante perché fonda, in termini filosofici, ciò che è considerato buono e giusto in ambito comunicativo e indica i criteri e i princìpi da seguire per comunicare bene. Risponde alle domande: 1) che cosa sto facendo? 2) che cosa debbo fare? 3) qual è il senso del mio agire?
Comunicare è un’attività alla base dell’agire dell’uomo. Secondo la teoria standard indica un trasferimento intenzionale di informazione tra un emittente e un ricevente. In senso etico, comunicare significa creare e salvaguardare uno spazio comune e di intesa tra gli interlocutori. Deriva dal latino “communicatio” (agg. “communis” = ciò che non è proprio) e indica il mettere in relazione qualcuno con qualcosa affinchè diventi patrimonio condiviso. Presuppone, dunque, un rapporto di scambio e di reciprocità, come ci indica la radice del termine, “cum” (con) + “munus” (dono). Nello specifico, dunque, comunicare è un atto creativo che si fonda sullo scambio, permea la nostra vita quotidiana e, attraverso l’etica, dà alle nostre azioni un senso e una giustificazione morale. Ecco perché è fondamentale comunicare bene. Non è un’arte accessibile a tutti, ma è possibile apprenderla, esercitarla, perfezionarla.
Per avere successo nel mondo del lavoro, infatti, è importante essere chiari, efficaci, coinvolgenti, credibili e interessanti. Le professioni collegate al mondo della comunicazione oggi sono in costante crescita, le principali sono: giornalista, pubblicitario, comunicatore (pubblico o politico), art director, social media manager, digital PR. Il mondo del digitale ha spalancato nuove e interessanti opportunità legate alla comunicazione, prima impensabili. La figura dell’imprenditore digitale, che fino a qualche anno fa non esisteva, oggi è una delle professioni più redditizie sul mercato. Fare brand di se stessi è diventata una vera e propria attività in un mondo in cui è fondamentale conoscere e abitare lo spazio digitale e usare gli strumenti di comunicazione opportuni. Ma alla base di tutto questo occorre conoscere la teoria, le regole, e i modelli di comunicazione per gestire quello spazio di intesa in cui operano i professionisti dell’informazione ed essere così in grado interpretare il valore e le potenzialità che offre una comunicazione efficace in rapporto, oggi, al web e al mondo digitale.
L'alma Artis prevede, nell'ultimo anno del corso di Graphic and Multimedia Design, un insegnamento obbligatorio di Etica della Comunicazione, che aiuti gli studenti nella difficile pratica della comunicazione, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto dal punto di vista della consapevolezza del proprio lavoro. Il corso, oltre a fornire una panoramica sulla comunicazione e sui processi che regolano gli aspetti dell’interazione, spiega cosa significa comunicare e cosa serve per comunicare in maniera efficace, con particolare riferimento all’uso degli strumenti di comunicazione ed ai problemi di natura etica che ne possono derivare.